Si utilizza una sonda a media frequenza (3.5 MHz) che, posta a contatto della regione addominale e lombare, in posizioni diverse, sdraiati ed in piedi, esplora gli organi renali, la loro struttura, i vasi gli organi contigui come le renali, l’aorta e la vena cava, oltrechè le ghiandole surrenali. L’esame necessita, per essere eseguito esclusivamente di 6-8 ore di digiuno. Se è richiesta anche l’esplorazione della vescica e dell’uretere (dette basse vie escretrici) allora occorre, inoltre, che il paziente venga a vescica piena (per riempire la vescica occorre: urinare 3 ore prima dell’esame e bere un litro d’acqua un’ora prima). Attenzione!! Se il paziente è un grave cardiopatico o è molto anziano deve bere, lentamente, solo mezzo litro. Non è fastidioso. Il tempo necessario all’esplorazione di tutto l’apparato con tale tecnica dipende dalla problematica che si riscontra, può durare da un minimo di 15 minuti ad oltre mezz’ora. Serve per dimostrare con grande accuratezza e precisione la presenza di una patologia dei reni. In particolare tale metodica permette di individuare la presenza di cisti, noduli, malformazioni, neoplasie dei reni e surreni. Presenza di calcoli, dilatazioni delle vie escretrici superiori (calici , bacinetto ed ureteri) ed inferiori (ureteri e vescica). Tale esame non sostituisce le scintigrafie, perché non è un esame della funzione renale e surrenale ma essenzialmente della loro forma. Esso è invece essenziale per diagnosticare o sospettare l’insorgenza di una patologia organica (cisti, noduli, tumori). In particolare permette di analizzare la natura dei noduli e discriminare tra lesioni di tipo solido e liquido, di natura benigna o maligna, avvalendosi anche dell’ausilio del color e del power Doppler che permettono di valutare con esattezza la vascolarizzazione di eventuali patologie nodulari ed orientare verso il tipo di diagnosi di natura benigna o maligna e dunque permettere ulteriori approfondimenti diagnostici. Una volta individuata un’area sospetta si potrebbe inoltre procedere ad un’aspirazione ecoguidata della lesione. Questa tecnica, oggi diffusissima, si chiama: Fine needle aspiration, che vuol dire aspirazione mediante un ago sottile. Si tratta di una vera e propria agobiopsia ecoguidata che permette di prelevare alcune cellule esattamente nell’area di tessuto che l’esame ecografico ha individuato come "sospetta".